La tela di ragno by Joseph Roth

La tela di ragno by Joseph Roth

autore:Joseph Roth [Roth, Joseph]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00L44KGRI
editore: Euroclub su licenza Bompiani
pubblicato: 1977-10-15T00:00:00+00:00


13.

Leggeva le quotazioni della borsa. Il suo denaro aumentava. Theodor imparò a dire: il capitale cresce. Ora il cammino era libero. Il cammino verso le ville sfolgoranti del giardino zoologico, tra il verde vellutato dell'erba e le cancellate d'argento, con rigidi lacchè e quadri in cornici dorate. Queste immagini gli facevano quasi dimenticare tutto il resto. Il più potente di tutti era Efrussi. Non si cessava mai di essere suoi precettori. Ma il capitale in aumento conduceva ai segreti di ogni potere. Aveva sempre amato il denaro, Theodor Lohse. Il suo primo affare l'aveva concluso a scuola. Raccoglieva i soldi per una corona. Era morto il piccolo Berger. Theodor aveva messo insieme due marchi e quaranta centesimi. Trenta centesimi se li era tenuti, per un anno intero. Era sempre stato un tipo parsimonioso. Da studente e poi da soldato aveva imparato a disprezzare il denaro. Aveva speso sventatamente solo i primi assegni di Trebitsch. Più tardi se ne era pentito. Si pentiva sempre di aver speso il suo denaro. Viaggiava in borghese e in terza classe. Comprava l'abbonamento settimanale per il tram. Se era in uniforme andava a piedi. Al mattino, durante la sosta sul campo delle esercitazioni, vedeva la donna dei dolci circondata dai soldati. Vendeva limonata. Tutti erano accaldati e bevevano. Theodor si ficcava tra i denti gomma da masticare. Fumava tre volte al giorno, dopo ogni pasto. Un sigaro gli bastava. Poi lo spegneva e se lo rimetteva in tasca. Vedeva come il suo denaro aumentava. Se fosse diventato ricco come Efrussi si sarebbe comprato anche lui un Theodor Lohse. Per il momento Theodor si fermava davanti alle vetrine dei negozi e calcolava cosa avrebbe potuto comprare se avesse venduto le sue azioni. Talvolta, da agenti incontrati per caso, s'informava del prezzo di questa o di quella casa. Gli facevano molte proposte. Le divideva scrupolosamente in quelle per cui il suo denaro non bastava e quelle per cui invece era sufficiente. Tutto ciò gli avrebbe quasi fatto dimenticare la sua missione. Era come uno sposo che passi dormendo il mattino del giorno dei suoi desideri. I suoi occhi attenti erravano tra mete sconosciute. Le sue orecchie assonnate non percepivano più le promettenti minacce del tempo. Non vedeva più Trebitsch. Non scriveva più per il Nationaler Beobachter. Passava indifferente accanto ai negozi di generi alimentari davanti ai quali la gente affamata rumoreggiava. Un pomeriggio a Potsdam i lavoratori saccheggiarono un negozio. Una tranquilla operosità regnava in caserma. Da fuori era arrivata, e vi si era installata, una compagnia di mitraglieri; nessuno sapeva quanto si sarebbe fermata. Nessuno conosceva il colonnello che la comandava. Si parlava di meno, il colonnello sedeva rigido e taciturno. Le sue guance erano rosse, frastagliate da venature bluastre. Quando taceva esse pendevano sul suo colletto come due piccole tasche di pelle. In fondo alla tavola, dove sedevano i 'giovani', nessuno aveva più voglia di scherzare. Si leggeva il giornale, la cronaca politica, e non ci si occupava più del denaro. Regnava una solennità angosciosa, come se ci si aspettasse una catastrofe liberatrice.



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